Eravamo rimasti agli addobbi.. Come avranno risolto?

Scoprirono che c’era però la possibilità di fare addobbi con le bandiere rappresentanti il giglio fiorentino che in varie occasioni il Comune di Firenze dava in prestito.
Queste però erano gestite dal magazzino del Calcio Storico Fiorentino presso il quale dovevamo rivolgersi. Bruno Fiumi a quell’epoca era tamburino della manifestazione fiorentina, fu per lui facile parlare con Luciano Artusi che ne era il massimo dirigente e grande appassionato di storie medicee e di giochi in costume, autore di varie pubblicazioni sull’argomento. Venne fissato un incontro per la sera del 14 maggio 1969. Luciano Artusi fu puntualissimo, anzi era arrivato qualche ora prima per conoscere il paese, le sue caratteristiche e le possibilità che offriva per la manifestazione. Si dimostrò molto interessato, non era però molto convinto del gioco dell’oca perché, secondo lui, troppo dispersivo: la gente che seguiva i concorrenti non vedeva cosa avveniva in piazza e viceversa quelli della piazza non vedevano ciò che succedeva lungo il percorso. Egli consigliò di concentrare tutto nello spazio che si trova davanti alle imponenti scalee del Buontalenti che meglio non poteva esserci come scenario e come ambientazione storica. Ci disse anche che una cosa simile veniva fatta da poco a Scarperia dove partecipava un folto gruppo del Calcio Storico con musici e sbandieratori. Disse infine che lo stesso trattamento potevano farlo anche a noi, sempre ché la manifestazione fosse consona alla loro presenza; se ciò non fosse avvenuto non ci sarebbe stata da parte loro una seconda edizione. Fu subito presa al volo la proposta anche se si doveva ricominciare tutto da capo.

Abbandonata l’idea del gioco dell’oca, furono fatte subito delle proposte di nuovi giochi. Il tiro della fune ebbe larghi consensi, poi si parlò di corsa nei sacchi, ma dopo aver saputo dallo stesso Artusi che a Scarperia facevano una corsa nelle bigonce, spiegandoci come, subito adottarono questa idea come secondo gioco, però con un sistema diverso di corsa. Ricordando poi altre manifestazioni storiche che si svolgono in altri paesi e scartata per ovvie ragioni una gara con cavalli, si scelse il tiro con la balestra. Antonio Di Leo disse entusiasta che l’avrebbe costruita lui; e questo fu il terzo gioco. Infine Alvaro Selmi (Raro) disse di aver visto una gara dove i concorrenti stavano sopra a due mattoni e senza poggiare i piedi per terra li portavano avanti uno per volta. Ci riservammo di fare una prova ma come ben sapete questo fu il quarto gioco anche se i mattoni diventarono troppoli in legno e, dopo il primo anno, da due furono portati a tre. Si lasciarono con il proposito di studiare altre gare e con l’impegno, nei confronti di Luciano Artusi, di far pervenire a Firenze una richiesta scritta per ottenere la presenza del Calcio Storico alla prima edizione della manifestazione, correlata da un programma dettagliato. Fu allora un frenetico susseguirsi di preparativi, di nuove idee, di iniziative.
La 4° puntata ve le svelerà.