Il giuramento dei quattro capitani delle contrade dà inizio ai giochi del Palio del Cerro. Con la mano destra apposta sulla spada del cerimoniere promettono di tenere alto il loro senso di cavalleria e non recare danno alcuno agli sfidanti. Il capitano è il rappresentante dell’intera contrada sul palco: sostiene i giocatori per tutto l’anno e la notte del Palio è pronto a spronarli e difenderli, ad innalzarli da vincitori e rincuorarli da sconfitti. Durante lo svolgimento dei giochi di corsia, secondo regolamento, il capitano non può salire sul palco, pena l’espulsione; gli è consentito invece per la gara degli anelli e della fune. È al capitano della contrada vincitrice che Isabella consegna il drappo che sancisce la vittoria.
Il tiro con la balestra è la gara che apre il Palio. La concentrazione che pervade i giocatori è tale da far calare il silenzio nell’intera piazza. Le balestre utilizzate sono da appoggio e vengono poste ad una distanza di 16 metri dal bersaglio. Per ogni contrada è presente un maestro d’armi che si occupa della cura della balestra e delle frecce, posizionando quest’ultime sull’arma prima del tiro. I dardi da scoccare sono cinque e alla fine della gara gli arbitri procedono al conteggio dei punti decretando il vincitore.
Il tiro della fune è un gioco di potenza e forza fisica e, a detta di molti, uno dei più strategici per la vittoria. Le contrade si sfidano a coppie in base all’ordine di sorteggio. Le vincitrici delle prime tirate si scontrano per il primo ed il secondo posto al termine di tutti gli altri giochi, le altre due per il terzo e il quarto. Per ogni squadra competono quattro giocatori per un peso massimo complessivo di 500 kg. La vittoria va a chi riesce a trascinare il fiocco di mezzo oltre la linea di demarcazione tracciata sul palco.
Il lancio degli anelli è un gioco esclusivamente femminile. La dama tiratrice ha a disposizione dieci anelli in legno con cui deve riuscire a centrare tre aste poste a 6 metri di distanza. La giocatrice è affiancata sul palco da una dama porgitrice che le passa gli anelli e la supporta durante tutta la gara. Questo gioco è sicuramente il più elegante grazie ai delicati movimenti di lancio. Tuttavia non mancano i fragorosi “dentro!” e “fuori!” dei contradaioli.
La corsa nella bigoncia è il primo tra i giochi di corsia ed il più rapido, per questo la piazza vi assiste trattenendo il respiro dall’inizio alla fine. È un sottile equilibrio tra l’impazienza di procedere e il rischio di cadere. Ogni giocatore deve percorrere 60 metri saltando all’interno di contenitori in legno, un tempo usati per la vendemmia. Si contraddistingue per la sua imprevedibilità poiché l’esito della gara può ribaltarsi in pochissimi secondi.
La corsa sui troppoli è uno dei giochi fisicamente più faticosi, per il quale è richiesta la perfetta combinazione tra velocità, coordinazione e resistenza. La gara prevede che i quattro giocatori percorrano 60 metri facendo avanzare tre troppoli in legno. È vietato poggiare i piedi a terra pena l’ammonizione, dopo la quarta ammonizione decorre la squalifica. Vince chi porta per primo oltre la linea del traguardo i tre troppoli. Il ritmo del legno sul palco scandisce il caloroso tifo dei contradaioli.