Le opere nella pieve
La chiesa di San Leonardo è una pieve. Questo termine definisce chiese dalla dimensione rurale che hanno però un ruolo preponderante sulle più piccole chiese vicine e l’autorizzazione a conferire il battesimo.
Si pensa sia nata a ridosso dell’anno Mille come cappella del castello dei Conti Guidi. Dal 1355 al 1558, dopo i Guidi, ne detennero il patronato gli Adimari, ricchi proprietari della zona. I Medici ne divennero i patroni nel 1558 quando subentrò Cosimo I, in seguito alla congiura ordita a suo danno alla quale aveva partecipato proprio un componente della famiglia Adimari, Gherardo.
All’interno spicca per i suoi colori brillanti, il fonte battesimale di Giovanni della Robbia del 1511. E’ in terracotta invetriata, ha base esagonale e in ognuna delle sei facce sono presenti rilievi che raffigurano la vita di Giovanni Battista. Si nota in maniera preponderante l’influenza della pittura: c’è un richiamo inequivocabile alle storie del Battista del Ghirlandaio in Santa Maria Novella e al cosiddetto Parato di San Giovanni di Antonio del Pollaiolo. Un legame più sfumato vi è anche con il famoso Battesimo di Cristo del Verrocchio. La famiglia committente fu quella dei Rucellai di cui due membri sono stati pievani della chiesa di San Leonardo; per questo il loro stemma è ricorrente nei rilievi.
In tre punti diversi della chiesa, si trovano tre crocifissi lignei che creano un percorso artistico trasversale in cui il tema del Calvario di Cristo viene elaborato dal Basso Medioevo fino al Rinascimento. Nella navata di sinistra si trova il Crocifisso del Maestro di Camaiore risalente alla prima metà del Trecento, nella navata di destra invece si trova il Crocifisso attribuito ad Andrea Ferrucci del tardo Quattrocento e al centro, in corrispondenza dell’altare maggiore si può ammirare il Crocifisso del Giambologna del Cinquecento, donato da Cosimo I dei Medici.
Preziosa è la tela della Madonna in trono col Bambino tra i Santi Paolo e Leonardo, attribuita al Ghirlandaio, in cui è raffigurata la Vergine col Bambino e i due santi ai lati. Adesso, la tavola è custodita nella cappella del Crocifisso. Le linee di pavimentazione formano una griglia prospettica centralizzata, come spesso accadeva nella tradizione figurativa fiorentina tra il XV e XVI secolo, e convergono al punto di fuga fissato nel grembo della Madonna, fulcro dell’immagine. La raffigurazione si apre in uno scorcio di paese collinare desolato, in lontananza, in una luce di alba che si diffonde dall’ampio fondovalle.
Troviamo anche il dipinto di Cristofano Allori dove è rappresentato San Leonardo e il dipinto del senese Giovan Battista Volponi dove viene raffigurata l’apparizione della Madonna a San Bernardo.
Non possiamo non citare il passaggio seminascosto che collega la Pieve direttamente alla Villa Medicea.