I cerri e i greti
Cerreto Guidi anticamente si chiamava Cerreto in Greti.
Il termine “cerreto” si riferisce ai numerosissimi boschi di cerri che popolavano l’area tutt’intorno.
Il cerro, o Quercus Cerris, è una quercia caducifoglie molto presente in tutto il centro Italia. La sua diffusione si capisce anche solo… leggendo una carta geografica! Basta aprire una mappa per notare la grande quantità di toponimi legati al cerro o al bosco di cerri presenti nell’Italia centrale. Oltre a Cerreto Guidi troviamo Cerreto di Spoleto (provincia di Perugia), Cerreto Laziale (provincia di Roma), Cerreto d’Esi (provincia di Ancona) e molti altri ancora. In Italia dunque, il cerro si è fatto notare.
Il cerro è un albero slanciato e dritto, alto spesso oltre 30 metri. La sua corteccia si distingue da quella delle altre querce perché le scanalature sono di colore rossastro e, come per ogni quercia, i frutti sono delle ghiande, ma in questo caso sono protette da un’ inconfondibile cupola spinosa. Ha principalmente un valore paesaggistico e naturalistico perché disegna il profilo del territorio.
Anche il termine “greti“ si riferisce a caratteristiche naturali di quest’area. I Greti infatti sono le colline scoscese che costeggiano il letto del fiume Arno e che da sempre fanno da difesa naturale contro le esondazioni. Tutt’oggi si definisce “greti” quella parte del letto di un fiume che non è ricoperta dalle acque e ne fa da argine.
La caratteristica forma ripida dell’area affacciata sull’Arno è dovuta alle proprietà del suolo cerretese. Tutta la collina di Cerreto Guidi, infatti, è caratterizzata da un terreno ad alta componente argillosa. L’argilla nel suolo è da sempre sinonimo di qualità per i grandi vini rossi e per tutti gli altri prodotti della terra che hanno reso fiorente l’agricoltura a Cerreto Guidi.