Nacque l’anno successivo al Palio del Cerro, ovvero nel 1970. Inizialmente non partì come una manifestazione vera e propria, bensì come un momento emulativo dei grandi da parte dei più piccoli. Ci fu però qualcuno che gravitava nell’ambito della Pro Loco che capì l’importanza della cosa: Bonaccorsi Isaldo. Si dette da fare e convinse altri come Anna Bargi e Bruno Fiumi ad organizzare i ragazzi. Le prime gare si svolsero “sul prato” ovvero sul piazzale antistante la Villa Medicea. I ragazzi non erano ancora vestiti in costume e i giochi erano vissuti come tali. Una curiosità della prima edizione è stata quella che anche i ragazzi effettuarono il tiri della balestra. Con il passare degli anni la Pro Loco dette fiducia all’iniziativa. Si scelse un giorno tutto per i ragazzi, si coinvolsero le contrade e le mamme allestirono decine e decine di costumi. Il successo lo decretò il pubblico: come si poteva non andare a vedere quei giovani che prendevano le cose tanto sul serio! I giochi si assestarono ben presto sulla forma attuale, uno in più del Palio del Cerro ovvero: Corsa nei fustini (si proprio quelli dei detersivi) lancio delle palle al cesto, corsa nei sacchi, lancio degli anelli, corsa sui troppoli e tiro della fune. Il Palio dei ragazzi è un drappo come quello del Cerro dipinto di anno in anno da un valente pittore. Non sono mancate però molte iniziative di grande significato sociale come Pali dipinti dai ragazzi delle scuole Medie e come quello del 2000 da i ragazzi di un centro per giovani andicappati. Sicuramente questa manifestazione è unica in Italia, provate ad immaginare 400 ragazzi in età compresa fra gli 0 e i 12 anni vestiti in costumi rinascimentali con strumenti musicali, bandiere a sfilare fra le vie del paese. E quando abbiamo detto da 0 anni non abbiamo detto così per dire infatti fra i partecipanti sono diversi quei protagonisti che muovono i loro primi passi: bambini sotto a 1 anno. Ovvio che al lato di essi ci sia una processione di mamme orgogliose ed ansiose di babbi e nonni che si sentono importanti per quel loro figlio in costume rinascimentale. Ne perde la rigorosità storica ma ne acquista il significato sociale per un coinvolgimento che è veramente di tutto il paese. Parlare di tifo è difficile, un po’ come una Roma Lazio o Milan Inter. Ne sanno qualcosa coloro che nel corso degli anni hanno arbitrato la contesa. I veri momenti caldi si sono verificati in questa manifestazione nel 1998 lo stesso presidente della Pro Loco ebbe a temere per la sua incolumità………. Venire a Cerreto in questa occasione per verificare e godere di una manifestazione che non ha eguali.